Siamo arrivati a Sydney il pomeriggio del 13 Agosto, direttamente da Ayers Rock. Preso il comodissimo treno/metropolitana che porta in città, siamo scesi a Town Hall, ad un paio di isolati da Darling Harbour e dal nostro albergo.
Dico subito che il nostro soggiorno in città non è durato abbastanza per vedere tutto quello che avremmo voluto: abbiamo avuto a disposizione infatti solo la sera dell’arrivo e le due giornate successive, perché il 16 dovevamo ripartire di mattina presto per la Nuova Zelanda.
Abbiamo però cercato di ottimizzare i tempi tirando fuori un programma che coprisse almeno il minimo indispensabile. Probabilmente sarebbe servita una settimana per vivere la città e scoprirla nel modo migliore.
La prima sera abbiamo fatto due passi nella zona intorno all’hotel, il Parkroyal. Abbiamo cercato qualcosa da mangiare dalle parti di George Street e ci siamo fermati al Cheers pub per mangiare un hamburger. Abbiamo poi scoperto proseguendo verso sud che eravamo dalle parti di Chinatown: un quartiere enorme con ristoranti orientali di tutti i tipi, souvenir a poco prezzo e botteghe varie.
Il secondo giorno, svegliandoci presto ma non troppo, l’abbiamo dedicato a scoprire la città. La prima tappa è stato il Tourist Information Center proprio a Darling Harbour, dove ci siamo informati sul bus gratuito (il 555) che come a Melbourne fa un percorso circolare per i turisti. Dovevamo prenderlo dalle parti di George Street, così ne abbiamo approfittato per fare un giro anche all’interno del Queen Victoria Building: un palazzo in stile vittoriano che ospita soprattutto negozi di abbigliamento e qualche bar, ed ha una splendida architettura. All’interno, all’ultimo piano, c’è anche un grande orologio appeso al soffitto che scandisce le ore.
Arrivati a Circular Quay non potevamo fare a meno di vedere l’Opera House, che in realtà avevamo già visto dall’aereo all’arrivo, e la sera prima passando col treno. Struttura famosissima, che in questo momento stanno ristrutturando soprattutto a livello del sottosuolo per costruire una nuova area di carico/scarico merci liberando la piazza. Nessun problema comunque per le foto, i lavori non ci hanno impedito di fotografare l’edificio che soprattutto da lontano dà il meglio di sè.
Aggirando l’Opera House, lato mare, ci siamo ritrovati ai Royal Botanic Gardens: un parco davvero spettacolare immerso nella città. Sentieri, prati verdi affacciati sulla baia, ma soprattutto alberi di tutti i tipi, con alcuni esemplari di dimensioni incredibili. Una passeggiata da queste parti è necessaria, anche per incontrare gli uccelli che popolano il giardino, pappagalli compresi.
Uscendo dal parco ci siamo resi conto che non avevamo ancora visto The Rocks, il quartiere a nord dove si insediarono gli inglesi al loro arrivo. Preso nuovamente il 555 su Elizabeth Street fino a Circular Quay siamo andati in direzione del quartiere, vedendo fin da subito le caratteristiche case inglesi: due passi in questa zona e sembra davvero di essere in Inghilterra.
Dopo una breve sosta in hotel abbiamo cenato al Mamak, ristorante malese votatissimo su Trip Advisor che non ci ha deluso: prezzi accettabili e cibo ottimo, soprattutto il pollo speziato che ho ordinato e l’antipasto tradizionale (Roti?) che abbiamo mangiato per la prima volta, con varie salse a base di curry.
Il secondo giorno ha avuto due mete, entrambe meritevoli di attenzione. Siamo prima andati in direzione Harbour Bridge, il lungo ponte che attraversa la baia e collega la parte sud della città con quella nord. Indecisi se attraversarlo a piedi o no, alla fine abbiamo deciso di investire il nostro tempo altrove salendo però sul Pylon, il pilone di granito sulla riva sud da cui è possibile vedere tutta la città. Non è altissimo, sono circa 200 scalini, ma per solo 15$ vale la pena, anche solo per fotografare lo skyline e l’Opera House da una prospettiva differente. Vi giro anche il consiglio che ci era stato dato prima di partire: lasciate perdere il Bridge Walk, la camminata sull’arco del ponte. Costa un’esagerazione e non potete fare foto perché siete imbragati… se poi soffrite di vertigini, è decisamente meglio il Pylon Lookout.
La seconda parte della giornata l’abbiamo dedicata ad una gita nemmeno troppo fuori città. Preso il 333 da Circular Quay (centro del mondo!) siamo arrivati in circa 20 minuti a Bondi Beach, la spiaggia più famosa di Sydney. Sabbia bianca, scogli, onde e surfisti per un classico quadro australiano, che abbiamo lasciato per percorrere la Coastal Walk, una camminata verso sud da Bondi a Cogee, passando per le spiagge di Tamarama e Bronte.
La passeggiata è davvero bella, offre alcuni scorci meravigliosi e tra Bondi e Tamarama abbiamo anche visto decine di delfini che affollavano il mare immediatamente davanti agli scogli e saltavano tra le onde: una cosa incredibile, credo che difficilmente riuscirò a rivedere tanti delfini tutti insieme!
Se avete tempo e voglia, la Coastal Walk richiede circa due ore senza soste. Noi ce ne abbiamo messe circa tre facendo una pausa pranzo e fermandoci spesso a fare foto. Inoltre può essere fatta anche fermandosi a Bronte, la parte successiva fino a Cogee è parecchio faticosa e non offre scorci altrettanto belli, se non proprio Cogee Beach che merita una sosta.
In conclusione, Sydney ci è piaciuta davvero tanto: una metropoli comunque vivibile, con giardini, spiagge e numerosi locali. Melbourne è più moderna e accogliente, ma ha una dimensione molto diversa: è decisamente più piccola!
Se volete visitare Sydney come si deve programmate almeno 4-5 giorni: si può fare anche in meno tempo, ma tralasciando qualcosa.
Questa era l’ultima tappa australiana, il nostro viaggio proseguirà in Nuova Zelanda. Stay tuned per i prossimi aggiornamenti!