Non so quanti di voi abbiano visto Requiem for a dream, uscito nel 2000: io non ne avevo mai sentito parlare fino a qualche tempo fa. E’ un film crudo, che vuole rappresentare i lati peggiori della società in una storia di dipendenza e di droga.
La vicenda è suddivisa in tre parti, intitolate in maniera geniale Summer, Fall e Winter, dove Fall non significa solo autunno, ma anche la caduta nei protagonisti ed il declino delle loro speranze.
Il protagonisti
Nel film si intrecciano le storie di 4 personaggi. La prima è Sara Goldfarb, una casalinga teledipendente che sembra trovare nuova linfa vitale quando viene invitata ad un quiz televisivo.
Suo figlio, Harry, è interpretato da Jared Leto, ormai famoso anche come front-man dei 30 Seconds to Mars. La sua parte è quella di un tossicodipendente che insieme all’amico Tyrone sogna di fare fortuna spacciando droga.
Infine c’è Marion, la ragazza di Harry. Nei suoi panni una stralunata Jennifer Connelly, già vista in film come Hulk e nel leggendario Labyrinth al fianco di David Bowie.
Il film e la regia
Se non avete mai visto Requiem for a dream, non voglio rovinarvi la trama. Vi basti sapere che i titoli delle 3 parti in cui è suddiviso sono già abbastanza eloquenti.
Una delle cose più apprezzabili è la regia di Darren Aronofsky: impossibile descriverla, ma è uno dei motivi principali per non perdere questo film, se riuscite a reggere alla crudezza di certe sequenze. E’ originale e totalmente adatta al contesto, tanto che in certe scene è facile rimanere coinvolti ed immedesimarsi nei protagonisti. Mi pento di non averlo visto al cinema.
In alcune sequenze il collegamento con Trainspotting è inevitabile, ma qui siamo su un altro piano. E’ tutto ancora più estremo, sottolineato da musiche incessanti, dove i fotogrammi si confondono e trascinano con sè lo spettatore. Il crescendo finale è un duro colpo, mette veramente alla prova.
Alla fine resterete con un pesante senso di inquietudine: Requiem for a dream vuole essere un pugno nello stomaco, e centra pienamente l’obiettivo. Non è un film per tutti, ma se potete, guardatelo.
Commenti
Una risposta a “Requiem for a dream”
appena visto, che dire, è un pugno nello stomaco