Il concerto dei Litfiba del 1° dicembre 2010 è stato un altro evento imperdibile per i fan della band. Come dichiarato dallo stesso Piero Pelù durante la serata, sono passati esattamente 30 anni da quando avevano iniziato a suonare in via de’ Bardi con Ghigo Renzulli, e nonostante tutto il tempo trascorso la grinta non è scomparsa, anzi.
Tutto inizia verso le 21.15, dopo avere passato i pochi minuti di ritardo ascoltando un po’ di pezzi tra cui Sex on fire dei Kings of Leon e Blitzkrieg bop dei Ramones.
Si spengono le luci, ed inizia lo spettacolo con Proibito: introduzione molto simile al concerto del 17 aprile 2010 che avevo già raccontato, e scaletta pienamente rispettata. Tanto per rendere l’idea dell’atmosfera, questo è stato l’inizio:
Quella che avevo anticipato sarà effettivamente la tracklist del concerto, per la durata di 2 ore e mezzo con un doppio ritorno sul palco.
La prima cosa che ho notato è che questa volta Piero sembra ancora più a suo agio: è sempre il solito animale da palcoscenico, ma si ferma più spesso a scambiare due battute con il pubblico, a volte in modo dissacrante, altre volte prendendo per il culo la gente che non risponde come ci si aspetterebbe (“ma che siete, i papa boys?”). Sotto il palco si scatena come sempre il delirio, che stavolta vedo ancora meglio perché ho il posto nella gradinata sopraelevata, molto più vicina alla scena rispetto alla classica tribuna dalla parte opposta.
Dopo una prima parte di concerto in cui i Litfiba scaldano l’atmosfera (bella anche questa volta Paname), si inizia a fare sul serio con Apapaia. Piero dichiara che sono passati 24 anni dall’ultima volta che l’hanno suonata live, e per me sentire il pezzo dal vivo per la prima volta è uno spettacolo.
Apapaia – Litfiba, Firenze, 1 dicembre 2010
Il concerto continua, ed arriva la seconda sorpresa: Francesco Magnelli alle tastiere durante Louisiana, apparizione riservata alla data di Firenze. Peccato sia l’unico della band originaria a partecipare alla reunion, sarebbe stato ancora meglio rivedere il gruppo al completo, ma mi rendo conto che ormai è pura utopia.
Al momento di Gioconda salgono sul palco sei ragazze vestite da sposa tanto per fare un po’ di colore, e poi si passa al classico abbinamento Dimmi il nome / El diablo, con tanto di bandiera del Vaticano sventolata sul palco. Prima dell’ultimo bis un’altra canzone recuperata dagli archivi della memoria: Corri, che mancava nel precedente tour.
La parte finale del concerto è un delirio: il Mandela Forum impazzito accompagna i Litfiba al gran finale con Cangaçeiro, durante la quale Piero si butta per due volte sul pubblico: questa volta non è mancato nemmeno lo stage diving!
Finisce qui, con le orecchie ormai perse ma una grande soddisfazione per essere stato presente. Sentire la gente cantare all’uscita ti fa capire che sono tutti soddisfatti: non capita spesso di partecipare a concerti così e non so cosa succederà ai Litfiba del futuro, ma questo reunion tour resterà nella storia del rock italiano.