Quella che sto per scrivere non è la semplice recensione di un videogioco: è il racconto di un viaggio nel mondo di Dark Souls.
Ne avevo sentito parlare fin dal momento della sua uscita (From Software, 2011), lasciandolo tra le curiosità da provare prima o poi.
La realtà è che ero stato spaventato da numerose testimonianze: amici che lo giudicavano difficile e frustrante, altri che dopo averci giocato un’ora l’avevano riportato indietro… insomma non esattamente le migliori premesse.
Cosa mi ha convinto? Semplicemente il fatto di averlo trovato in offerta su Xbox Live qualche mese fa, insieme alla voglia di cimentarmi in qualcosa di diverso dal solito.
Com’è andata?
Dopo circa 70 ore di gioco, posso dire che Dark Souls è entrato di diritto tra i miei videogiochi preferiti degli ultimi anni, ed è salito al primo posto in termini di ore giocate. Un’esperienza unica.
Stiamo parlando di un rpg in terza persona, molto incentrato sull’azione e con una buona dose di esplorazione. La parte migliore è proprio l’open world in cui si svolgono le vicende: con l’eccezione di un paio di location, non esistono livelli separati dal resto del mondo: ogni zona è raggiungibile in qualsiasi momento, ed è uno dei motivi per cui Dark Souls è così difficile. Non ci sono barriere invisibili che ti impediscono di procedere oltre: già dai primi istanti è possibile seguire almeno 4-5 percorsi diversi con tutti i rischi del caso.
Sta al giocatore decidere la direzione in cui procedere, che nemici affrontare, e scoprire quali sono gli ostacoli superabili.
La difficoltà
Parlando di ostacoli del gioco, è inevitabile un discorso sulla difficoltà.
È vero, Dark Souls non è un’esperienza alla portata di tutti e richiede molta pazienza. Non è un gioco facile e non perdona le distrazioni, ma proprio per questo il superamento di ogni sfida è estremamente gratificante.
Qualsiasi avversario è letale: non si è mai sicuri. Anche dopo decine di ore di gioco un avversario apparentemente innocuo può dare del filo da torcere se affrontato con troppa leggerezza. È richiesto tempismo, strategia, e una profonda conoscenza di tutte le possibilità a propria disposizione: andare avanti con un’unica mossa per tutto il gioco è praticamente impossibile.
Se non avete mai giocato Dark Souls ed avete voglia di buttarvi nell’impresa, fatelo. È una sfida a tratti frustrante, ma non arrendetevi. Le innumerevoli morti fanno parte del percorso di gioco: prendendo familiarità con il mondo che vi circonda riuscirete a cavarvela sempre meglio. Non sarà comunque una passeggiata, tenetelo presente.
Consigli per iniziare
Un po’ di suggerimenti? Eccoli:
- La scelta della classe iniziale è molto soggettiva. Io sono andato avanti con un bandit per la stamina alta già all’inizio, ma anche warrior e hunter sono ottime scelte per via della destrezza.
- L’abilità iniziale: master key. Vi consentirà di superare fin da subito porte altrimenti chiuse.
- Esplorare è fondamentale, e per come funziona il gioco approfittate delle situazioni in cui siete a corto di anime per spingervi ovunque. Morendo tornerete all’ultimo falò: poco male.
- Conservate l’umanità per quando avrete bisogno di tornare umani e ravvivare la fiamma dei falò.
- Non preoccupatevi troppo di morire e perdere le anime: ci sono numerosi punti dove è possibile accumularle con nemici nelle vicinanze dei falò. Certo, sempre meglio non morire, ma non sempre potrete evitarlo.
- Fondamentale leggere tutte le schede degli oggetti raccolti: non troverete altri suggerimenti, e non sono descrizioni di contorno. Spesso nascondono indicazioni utilissime.
- Parlare sempre con gli NPC, più volte.
- La piromanzia consente di usare incantesimi senza incrementare una specifica stat. Questo vi consentirà di lanciare palle di fuoco anche se siete dei combattenti.
- Studiate le armi e come scalano con le abilità (forza, destrezza). Provatele sui nemici per capire le loro resistenze e vulnerabilità.
- Avanzando di livello preoccupatevi di stamina, vitality, e una delle abilità necessarie a combattere (es. forza o destrezza). Stamina è fondamentale per resistere agli attacchi nemici, parare e attaccare.
Che altro dire? Buon gioco!