Dopo una giornata di mare nella zona di Praia de Chaves, dove si trova il resort Riu Karamboa, abbiamo deciso di fare un tour guidato dell’isola.
Quando fai una vacanza in una struttura dove è presente ogni comodità c’è sempre il rischio di rimanere lì e perdersi la realtà circostante e molti altri posti caratteristici, magari a pochi km di distanza.
Ci siamo quindi organizzati per un’escursione dalle 9 alle 16 a bordo di un pick-up, possibilità che offrono praticamente tutti i tour operator e che abbiamo potuto fare senza problemi anche con la bambina.
Fonte Vicente, l’oasi
La prima tappa è stata l’oasi di Fonte Vicente, situata praticamente al centro dell’isola di Boa Vista. L’isola è un quadrato di 29x30km, giusto per dare qualche riferimento.
Non aspettatevi un giardino paradisiaco: da queste parti non piove quasi mai e una zona dove crescono alberi e palme è sufficiente per far pensare a qualcosa di eccezionale!
Ci sono un Baobab, dei mandorli ed altri alberi, così come una parte coltivata. Qui come nella zona nord-est di Fundo das Figueiras ci sono diversi agricoltori che riescono a vivere producendo patate, carote, insalata, e diversi altri prodotti che non ti aspetteresti in un’isola apparentemente inospitale.
Cural Velho, il villaggio dei pescatori e le spiagge
La seconda tappa è nella parte meridionale dell’isola, in quello che resta di un villaggio di pescatori ormai abbandonato.
Gli abitanti sono tutti andati verso le zone dei villaggi turistici che offrono lavoro, e qui è rimasto solo un gruppo di case diroccate.
Da questo punto procedendo verso est lungo la costa si trovano una serie di spiagge mozzafiato. Unica eccezione le saline, attraversate a bordo del pick-up, ma la parte più affascinante è sicuramente quella sull’oceano, con spiagge interminabili di sabbia bianca e scogli di pietra lavica in alcuni punti dove invece ci sono scogliere a picco sul mare.
L’ultima spiaggia visitata, quella di Ervatão, è famosa per essere meta delle tartarughe che popolano l’isola nei mesi estivi. Ovviamente non ne abbiamo viste a Gennaio, e vista l’importanza che i locali danno a questi animali trovarsi a Capo Verde nel momento giusto deve essere un gran bello spettacolo.
I villaggi: João Galego e Fundo das Figueiras
Abbiamo potuto vedere i villaggi di questa parte dell’isola, lontano dalla costa, perché lì era prevista la sosta del pranzo.
I paesi sono costituiti da poche strade, le case abitate hanno tutte un piano, con alcuni fortunati che sono riusciti a costruirsi anche il secondo. I colori delle facciate sono di tutti i tipi con alcune che hanno anche decorazioni formate da pietre colorate.
Le popolazioni locali sono povere, chi guadagna bene riesce a mettere insieme 250€ al mese, e il nostro autista Luis ci raccontava che si era riuscito a comprare il pick-up chiedendo un mutuo e con quello aveva modo di lavorare portando in giro i turisti, lavorando per le compagnie a cui tutti i tour operator si rivolgono.
Il ritorno
Dopo pranzo abbiamo ripreso l’unica strada lastricata dell’isola per tornare verso Rabil e da lì al villaggio turistico, passando per vallate desertiche con rocce che vanno dal rosso al nero, in una varietà di passaggi veramente affascinante.
Il vento, sempre presente, porta la sabbia ovunque e alcune vallate sembrano immerse nella nebbia, con un velo che nasconde le alture più lontane.
Consiglio pratico: se prendere un quad o volete fare il tour nel cassone posteriore del pick-up organizzatevi con fazzoletti e protezioni se non volete assaggiare tutte le tipologie di sabbia dell’isola!
Volete saperne di più? Seguitemi su Instagram, dove ho già pubblicato diverse foto del viaggio!