Bioshock 2

Dopo aver passato circa due settimane su Bioshock 2, sono finalmente arrivato alla fine del gioco. Ho aspettato a scrivere un post proprio perché volevo un quadro generale e mi interessava farmi un’opinione completa, senza arrivare a giudizi affrettati guidati dall’entusiasmo.

Per la cronaca, ho comprato su zavvi.com la Rapture Edition, che oltre al dvd contiene anche un bel libro di illustrazioni: un gadget carino per chi come me ha adorato il primo episodio (l’edizione di Zavvi del gioco è interamente in inglese, se siete interessati è bene specificarlo).

Il confronto con Bioshock è stato naturale fin dall’inizio, ed è la prima cosa che tutti mi hanno chiesto quando accennavo al fatto che stavo giocando al secondo episodio. In effetti le somiglianze sono tante: non solo a livello di motore grafico, che comunque era necessario mantenere coerente, ma anche parlando di effetti sonori ed avversari da affrontare.

L’atmosfera che si respira è la stessa: inquietante ed angosciante, con prevalenza di luoghi bui e rumori sinistri in sottofondo. Piccoli dettagli che rendono Bioshock 2 un viaggio da incubo, ancora capace di emozionare e sorprendere.

Qui però siete un Big Daddy. Esattamente il soggetto Delta, separato ad un certo punto della sua esistenza dalla sorellina a cui era legato. Non dirò di più per non rovinarvi la trama, ma c’è una bella differenza tra girare per Rapture con una pistola e farlo nei panni di un bestione enorme con una trivella al posto del braccio.

Forse anche per questo il gameplay è più indirizzato verso l’azione che l’esplorazione: alcune parti sono state velocizzate (ad esempio le fasi di hacking, ora in tempo reale) ed anche gli scontri sono quasi sempre frenetici. Adesso tra l’altro è possibile gestire contemporaneamente i plasmidi con la mano sinistra e le armi con la destra, dando vita ad interessanti tecniche di combattimento.

Parlando proprio degli scontri, ho trovato molto ben sviluppati i vari potenziamenti disponibili durante il gioco: se all’inizio potrete trovarvi in difficoltà, andando avanti i vari upgrade vi permetteranno di avere tra le altre cose una Rivet Gun incendiaria o un potenziamento Tesla sul fucile. Varianti mortali delle armi di base.

Se devo essere sincero però, non ho trovato calibrata bene la difficoltà del gioco, almeno secondo gli standard a cui si è abituati di solito. Questo aspetto se non ricordo male era comune anche al primo Bioshock. I primi livelli sono davvero ostici, soprattutto se giocati a livello difficile, perché si hanno poche armi e ancora meno poteri a disposizione. Andando avanti le cose migliorano e paradossalmente gli scontri diventano sempre più facili, pur avendo di fronte le versioni elite dei nemici. Sono convinto che sia una scelta voluta dagli sviluppatori per trasmettere ancora meglio al giocatore la sensazione di potenziamento del personaggio, ma forse si è esagerato.

E la storia? Questo è uno degli aspetti principali di Bioshock 2, che senza tutto il mondo di Rapture alla base sarebbe solamente un buon sparatutto. Sono presenti più di 100 diari che aiutano a comprendere cosa sia successo, e fin dai primi livelli la situazione si dimostrerà interessante. Capirete i motivi della vostra esistenza e vi verrà sempre più facile immedesimarvi nel personaggio, tra flashback e ricordi. Purtroppo però dopo questa prima fase l’avventura procederà su binari fin troppo ovvi e ripetitivi, per poi risollevarsi nell’ultima, bellissima parte.

Un breve accenno va anche al multiplayer, introdotto per la prima volta nel gioco. E’ una modalità che potrebbe allungare la longevità del titolo di qualche ora, che vi mette nei panni di uno degli abitanti di Rapture in una lotta senza regole per la conquista dell’Adam. Sono presenti le classiche modalità di gioco, dal Deathmatch al Capture the Flag, ma il risultato è abbastanza caotico, anche se divertente. Abbattere un avversario che ha indossato i panni di un Big Daddy non è da tutti i giorni, ma si nota subito che non è questa la modalità di gioco ideale di Bioshock 2, titolo studiato appositamente per il single player. Modern Warfare 2 è un’altra cosa.

In conclusione non giudico Bioshock 2 un capolavoro: ci sono piccoli difetti che abbassano il giudizio complessivo, su cui in molti saranno comunque capaci di chiudere un occhio. Resta comunque un bel titolo, soprattutto se avete amato il primo episodio e volete divertirvi con le nuove Big Sister, tra gli avversari più cattivi mai visti in un videogioco.

Nobody hurts my daddy!

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Commenti

Una risposta a “Bioshock 2”

  1. Il primo mi è piaciuto molto, e sicuramente mi immergerò nuovamente negli abissi anche con questo :P