Avant la Fin: un gioco di ruolo emozionante

Non capita tutti i giorni di provare un gioco di ruolo nuovo. Succede ancora più raramente di incontrare un gioco di ruolo capace di provocare profonde emozioni e riflessioni.

Vi risulterà difficile definire Avant la fin un gioco di ruolo se siete abituati a D&D, ma alla fine si tratta proprio di quello: un gioco per due giocatori che interpretano una coppia di innamorati con un destino segnato. Uno dei due infatti ha una malattia degenerativa che lo porterà inevitabilmente alla morte, e l’obiettivo è quello di interpretare la relazione della coppia da quando la malattia inizia a manifestarsi fino alla tragica fine.

Non serve aggiungere altro per sottolineare come Avant la fin non sia un gioco per tutti: può essere senza dubbio giocato in modi diversi e con un coinvolgimento più o meno intenso, ma se preferite tirare dei dadi (ah, non ci sono dadi da tirare) per ammazzare orde di goblin (niente goblin, sorry), probabilmente non è il gioco per voi.

Se vi interessa sapere qualcosa di più sulle meccaniche di gioco potete fare riferimento alla recensione su Lokee. Per giocare è sufficiente un mazzo di carte, ed una partita può durare da una 40ina di minuti ad un’ora e mezza circa, a seconda di quanto siate in vena di interpretare.

Il punto cruciale del gioco è la costruzione della relazione e la definizione dei personaggi. Tutto infatti ruoterà intorno ai loro legami, agli interessi, ma soprattutto agli aspetti istintuali, emotivi e relazionali della coppia. In un crescendo sempre più drammatico, ai due giocatori viene affidata l’interpretazione delle varie scene dove verranno messe in discussione le basi della stessa relazione a causa dell’avanzare della malattia.

In questo contesto potete capire come sia possibile giocare Avant la fin in maniera distaccata, interpretando dei personaggi distanti dalla realtà e totalmente immaginari, ma anche impersonare qualcuno molto simile a sè con un rischio commozione esageratamente alto.

Vi basti pensare che nella mattinata dello Svilupparty dove ho provato il gioco ho assistito ad una partita da cui una ragazza è uscita in lacrime: il rischio che succeda è alto, soprattutto se vi immedesimate molto nel personaggio, ma è anche per questo che il gioco fa riflettere su tematiche ritenute spesso intoccabili.

Grazie a Rugerfred per l’esperienza, qualcosa di decisamente diverso dal solito.