Airlie Beach è una cittadina di mare sulla costa est dell’Australia, nel Queensland. Era una delle nostre mete principali durante tutto il viaggio in auto da Hervey Bay a Cairns, e non ci ha deluso.
Siamo stati due notti al Club Crocodile Resort, un albergo poco fuori dal centro con qualche anno sulle spalle ma comunque carino: una corte interna su cui si affacciavano tutte le camere, con palme, piscina e idromassaggio.
Siamo arrivati il 7 agosto e dovevamo decidere cosa fare durante tutto il giorno successivo: abbiamo così prenotato dalla reception una gita di un giorno alle isole di Pentecoste (Whitsunday islands). Il tour si chiamava Ocean Rafting: a bordo di imbarcazioni bimotore a metà tra un motoscafo e un gommone siamo partiti alle 10 di mattina per un tour che ci ha fatto toccare vari punti dell’arcipelago, famoso perché è il punto più vicino alla Great Barrier Reef: la barriera corallina che percorre tutta la costa est dell’Australia per oltre 2000km.
La gita non era un tranquillo tour della zona: le barche dai nomi improbabili (Wild Thing, Thriller, Jammin) erano guidate da pazzi scatenati che si divertivano a prendere le onde, a zigzagare e ad andare a tutta velocità, per la gioia dei bambini a bordo. Divertente, ma se soffrite il mal di mare cercate un tour diverso da questo!
La prima fermata è stata a nord di Cook island, dove ci siamo dati allo snorkeling: pesci ovunque, coralli fantastici ed un fondale che lasciava a bocca aperta: spero che la macchina fotografica subacquea abbia fatto il suo dovere, perché abbiamo visto dei paesaggi sottomarini davvero spettacolari.
Da lì siamo andati poco oltre, sempre lungo la costa di Cook island, per la seconda tappa di snorkeling con fondali più profondi. Qui c’erano meno coralli ma cambiava la fauna: impressionanti dei pesci lunghi più di un metro che nuotavano tranquillamente in mezzo a noi, in cerca di cibo. Qualcuno è riuscito anche a vedere una tartaruga marina: io non sono stato così fortunato.
In compenso parlando di avvistamenti non posso fare a meno di citare le balene: se l’altro giorno a Fraser island eravamo rimasti stupiti vedendo una balena dalla costa, qui ne abbiamo avvistate sette! È stato davvero fantastico trovarsi più volte a poche decine di metri di distanza: in un caso abbiamo addirittura visto due balene con il balenottero più piccolo al seguito.
Per noi europei ogni giorno qui è una scoperta: è incredibile come a poca distanza dalla costa sia pieno di balene e pesci di tutti i tipi, ma anche sulla terraferma è una continua sorpresa. Un pappagallo per noi è un animale esotico da vedere allo zoo, qui invece i pappagalli sono talmente tanti che vengono considerati animali qualsiasi, e se ne incontrano decine ogni giorno.
Tornando alla gita alle Whitsundays, l’ultima tappa è stata incredibilmente bella: siamo infatti arrivati alla famosa Whitehaven beach, sull’isola principale dell’arcipelago. Sabbia bianca, forse anche più fine di quella di Fraser Island, ed un’acqua cristallina che non ha niente da invidiare alle foto viste della Polinesia (tra un paio di settimane vi racconterò anche com’è da quelle parti…). L’intera baia, affacciata sulla barriera corallina, ha una lunga spiaggia che la percorre, acque trasparenti in cui fare il bagno e tutta intorno la bellezza della riserva naturale delle Whitsundays. Nell’acqua a pochi metri dalla riva abbiamo visto anche delle razze che nuotavano senza farsi troppi problemi per la nostra presenza e c’erano anche dei piccoli granchi che passeggiavano sul bagnasciuga. Un vero paradiso, che non a caso è uno dei luoghi più fotografati in Australia.
Da lì siamo poi rientrati ad Airlie Beach. La crociera era organizzata dal Coral Sea Resort, un hotel veramente bello che abbiamo visto di passaggio prima di imbarcarci ed al ritorno. Gli altri hotel (come il nostro Club Crocodile) hanno comunque convenzioni per far venire a prendere i turisti con un bus, quindi ovunque decidiate di alloggiare in paese non avrete problemi.
Se visitate l’Australia, non potete davvero perdervi la Great Barrier Reef: è una meraviglia e merita assolutamente di essere esplorata.