Arrivo in Polinesia francese e Huahine

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Lasciata la Nuova Zelanda, in poche ore di volo abbiamo raggiunto la nostra ultima meta: la Polinesia francese.
Sognavamo da tempo una meta simile, tanto da avere comprato la guida più di un anno e mezzo fa, ancora prima di avere deciso questo viaggio.

All’arrivo a Tahiti siamo stati accolti nel modo più classico: danzatrice accompagnata da musiche locali, e ci è stata subito messa al collo una collana di fiori non appena siamo stati riconosciuti.
Tra l’altro il fiore tra i capelli che spesso si vede nelle immagini della Polinesia non è una cosa da turisti: girando per l’isola si incontrano donne con il classico fiore bianco usato come fermaglio, ed abbiamo visto fiori anche tra i capelli delle bambine in attesa dello scuolabus. Ovviamente anche le hostess e gli steward della Air Tahiti Nui ne avevano uno!

A Tahiti abbiamo passato solo poche ore in attesa del volo delle 6 di mattina per la nostra prima meta: Huahine. Non posso quindi dire molto di Tahiti e Papeete, se non che il Manava Resort dove abbiamo dormito 4 ore era un gran bell’albergo. La temperatura da queste parti è stabile, giorno e notte, intorno ai 25-26 gradi. L’umido la fa da padrone, ma come sempre dopo le prime ore ci si abitua. Fantastiche le previsioni meteo del mio telefono: minima 26, massima 26, sole.

Arrivati a Huahine, la prima impressione è stata quella di un’isola povera e selvaggia, con molte aree ricoperte di foresta tropicale. Percorrendo l’unica strada che fa il giro dell’isola abbiamo visto vecchie case, capanni di lamiera e auto arrugginite: il lusso è cosa per turisti, limitato ai pochi hotel esistenti.

Il Relais Mahana dove abbiamo passato due notti è una struttura recente, sulla spiaggia più bella dell’isola a leggere quello che dice la Lonely Planet. Percorrendo la strada in effetti abbiamo
visto poche altre spiagge a Huahine: molte insenature e piccole baie, ma molto spesso la vegetazione arriva direttamente sul mare.

Ci siamo così goduti tre giornate di completo relax, tra la spiaggia e il mare. Immergendoci con maschera e boccaglio abbiamo visto le meraviglie sottomarine di queste parti: basta fare due passi per trovarsi in mezzo a pesci di tutti i tipi, anche di grandi dimensioni. Ci sono coralli e anemoni praticamente ovunque; non sono un esperto, ma ho sicuramente visto pesci pagliaccio (Nemo!), pesci chirurgo, pesci angelo e almeno un paio di tipi di pesci damigella. In molti casi non sono riuscito a capire che pesci fossero, ma spero che qualche foto subacquea si salvi.

Il mare è sicuramente la cosa più interessante, oltre ai giri in kayak alla scoperta della costa: le escursioni che ci sono state presentate si limitano al giro dell’isola in barca o in auto, ma le abbiamo evitate visto che avevamo una spiaggia fantastica a 20 metri dal bungalow.
Piccolo consiglio: i bungalow fronte mare hanno semplicemente il terrazzino affacciato sulla spiaggia, ma quelli “garden view” come era il nostro sono altrettanto validi. Considerando che durante il giorno la spiaggia è meglio del terrazzino, e la sera è impossibile starci per via di zanzare e insetti, non so quanto convenga la spesa.

Per mangiare a Huahine la scelta è limitata: c’è qualche ristorante ma per arrivarci è necessario un mezzo (che può essere noleggiato nei resort).
Solo se state nella parte meridionale ci sono un paio di locali che possono essere raggiunti a piedi in poco tempo. Noi non ci siamo posti il problema perché avevamo i pasti inclusi, ma stare su questa isola senza un mezzo di trasporto e dovendo cercare da mangiare potrebbe essere difficoltoso.

Il tempo giusto da trascorrere a Huahine? Se volete rilassarvi lontano dal mondo, magari in compagnia di qualche buon libro, qualche giorno è sufficiente. Anche facendo delle escursioni, per noi tre giorni/due notti sono stati perfetti.

Adesso ci aspettano le ultime quattro notti a Bora Bora: piange il cuore a pensare di essere ormai arrivati alla fine della nostra lunga vacanza; l’ultimo resoconto di viaggio sarà dedicato a uno degli atolli più famosi del Pacifico, prima del lunghissimo viaggio di ritorno.