Hervey Bay è una tipica cittadina di mare, nella parte più a sud del Queensland. Non avrà le temperature miti di Cairns ma si respira comunque tutta un’altra aria rispetto a Melbourne. Anche in inverno si toccano facilmente i 20 gradi ed a sentire il nostro tassista quando il termometro scende sotto i 5 gradi “si gela”.
Passeggiando per il lungomare si nota come la popolazione di Hervey Bay sia composta soprattutto da (più o meno) arzilli vecchietti, e gli orari sono adeguati a quelli di una casa di riposo. Basti pensare che i ristoranti la sera chiudono alle 19.30 e si può cenare già dalle 17.30.
Noi siamo stati al Green / The Beach Motel che ha delle belle stanze sul giardino interno, quasi dei mini appartamenti. C’è anche la piscina e la zona barbecue ma arrivando alle 21 e partendo la mattina non ne abbiamo approfittato. Però abbiamo apprezzato molto il wifi gratis, che non sempre si trova. Unico problema: pur avendo chiamato prima di arrivare per farci lasciare le chiavi, visto che la reception chiude alle 19, si sono scordati di noi, ed abbiamo dovuto aspettare al freddo che la proprietaria arrivasse a darci la stanza. Mi dispiace per loro, ma arriverà a breve la recensione su Trip Advisor.
Per quanto possa essere piacevole passeggiare ad Hervey Bay, noi comunque ci siamo stati solo di passaggio, perché la nostra vera meta era Fraser Island. Un’isola a 45 minuti di traghetto da Riverheads, dove siamo stati al Kingfisher Bay Resort: praticamente un paradiso in mezzo alla foresta, con una stanza enorme affacciata su uno dei tanti specchi d’acqua dell’isola, con tanto di terrazzina privata.
Famosa per essere l’isola di sabbia più grande del mondo, Fraser Island è davvero da non perdere. Per vederla ci siamo affidati ad una escursione guidata offerta dal resort: The Beauty Spots tour.
Siamo partiti alle 7.50 insieme a una quindicina di altre persone salendo tutti a bordo di un mezzo ibrido tra un fuoristrada ed un bus: le strade sono tutte sterrate e l’isola è interamente coperta di sabbia, impossibile usare mezzi normali. La cosa fantastica di Fraser Island è proprio questa: anche nelle parti coperte dalla foresta pluviale il terreno è sabbioso, e molte piante sopravvivono grazie a radici aeree o acquatiche.
La giornata che abbiamo passato in giro per l’isola è stata intensa: la prima tappa è stato il lake McKenzie, un lago di acqua piovana che esiste solo perché il fondale (sotto la sabbia onnipresente) è interamente costituito da una roccia nera che non fa filtrare l’acqua.
Da lì abbiamo proseguito alla Central Station, che un tempo era la stazione dei boscaioli locali. Adesso ci sono solo prati e alberi, ed un sentiero che attraversa 2 km di foresta pluviale, lungo un corso d’acqua. Una bella camminata in mezzo alla natura, che tra l’altro qui offre 350 diverse specie di uccelli.
Dopo una pausa pranzo ad un altro resort dell’isola sempre di proprietà del Kingfisher, abbiamo preso l’autostrada. Sì, esatto, l’autostrada, che in realtà è costituita dalla famosa spiaggia di sabbia dell’isola, la 75 mile beach. Con un limite di 80km/h abbiamo percorso la costa affacciata sull’oceano pacifico, in compagnia di jeep e moto da cross, e usata come pista di atterraggio anche dagli aerei per i tour guidati.
Lungo la spiaggia abbiamo fatto altre tre fermate: la prima al relitto del Maheno, una nave da crociera arenata all’inizio del 1900; da lì abbiamo proseguito verso The Pinnacle, una formazione sabbiosa dai colori rossastri, meta anche della tribù aborigena locale; infine siamo arrivati ad Eli Creek, un corso d’acqua piovana che attraversa l’isola e sfocia nel Pacifico.
Tutto questo è durato dalle 8 di mattina alle 16:30 circa, ma ci sono stati alcuni extra. La prima divagazione riguarda i Dingo, una razza di cani molto vicina al lupo, che non è mai stata contaminata e che vive in branchi su tutta Fraser Island. In tutta l’isola ci sono dei cartelli che ne indicano la presenza, tutte le parti abitate sono recintate e sono presenti ovunque avvisi per evitare di girare da soli ed abbandonare il cibo. Negli anni ’90 c’è stata anche una vittima dei Dingo, che in realtà sembrano dei cani qualunque, anche se sono più pericolosi. Nella nostra gita ne abbiamo visti diversi: prima un branco composto da due maschi ed una femmina, e sulla strada del ritorno un geniale dingo che stava acquattato sulla spiaggia davanti ad un gruppo di pescatori, sperando in un facile pasto.
A completare gli avvistamenti c’è stata anche una balena, vista dalla spiaggia mentre soffiava emergendo varie volte dall’oceano: siamo stati decisamente fortunati!
Completata la giornata nella piscina del resort, non c’è bisogno di aggiungere altro: Fraser Island è un paradiso da esplorare, che non a caso è parco nazionale e considerato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Se volete visitarla il Kingfisher è un ottimo punto di partenza, nemmeno troppo caro per i servizi che offre.
Come nota finale una breve aggiunta: sto pubblicando questo post dalla piscina del Green Motel, approfittando del wifi. La prima notte non era stata il massimo, ma visto che ci siamo tornati per poi domani ripartire in auto, devo ammettere che sta riacquistando punti ;)