Inception è un film da vedere, anche solo basandosi sul nome del regista: Christopher Nolan. Il regista di Memento, The Prestige e Il cavaliere oscuro merita fiducia a priori, ed infatti anche questa volta ha fatto centro con un lavoro volato al quarto posto tra i migliori film di sempre (IMDB).
Tutto è basato sul sogno. Rimanendo sospesi tra realtà e subconscio, è un viaggio ben riuscito all’interno della mente dei protagonisti, con un Di Caprio che risulta valido anche per chi non riesce a sopportarlo. Merito del regista, senza dubbio, che nonostante le due ore e mezza trova sempre il modo di attirare l’attenzione dello spettatore, guidandolo in un gioco di scatole cinesi e saltando di sogno in sogno.
Spiegare il film a chi non l’ha visto non è cosa semplice, ma in maniera molto riduttiva si potrebbe dire che esiste un gruppo di persone capace di esplorare i sogni, ricavando informazioni utili. L’inception del titolo è un innesto: l’introduzione di un’idea nuova all’interno della mente di una persona addormentata.
Il film prende ispirazione da varie fonti, mettendo insieme qualche cosa di Matrix, scene degne del miglior film di azione ed il futuro immaginato da Philip K. Dick. La cosa fantastica è che l’insieme è perfetto, contorto sì, ma non così complicato da seguire e soprattutto appassionante. Tutta la sequenza finale, una mezzora di adrenalina che dura il tempo di un volo giù da un ponte (capirete vedendolo), resterà nella storia del cinema.
Come da tradizione per i film di Nolan, uscendo dal cinema le discussioni non mancano. Le interpretazioni sul finale (che non svelerò, tranquilli) sono varie e tutte possibili: è proprio il regista a volere che sia così.
Se non l’avete ancora fatto, andate a vederlo. Io sicuramente farò il bis alla prima occasione.
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