Ieri sera ero al concerto dei Baustelle al Saschall: non li avevo mai visti dal vivo in un concerto intero (solo al Festival Gaber), ma tutti i loro album mi sono piaciuti, compreso l’ultimo I mistici dell’occidente.
L’evento non era sold-out, ma il locale al momento dell’inizio del concerto era comunque pieno: si spengono le luci, e come previsto parte Indaco, la canzone di apertura del nuovo album.
La sorpresa arriva al momento dell’entrata sul palco del gruppo e dei vari musicisti: incredibile ma vero, ho contato 20 elementi. Alla formazione base si sono aggiunti altri personaggi di supporto tra cui un batterista veramente giovane, ed i fantastici mistici dell’occidente, con quattro coristi deliranti, ottoni, archi, e pure un percussionista con tanto di campane tubolari.
Il concerto è durato poco meno di due ore, con tutta la prima metà dedicata all’ultimo album. Bello sentire come seconda canzone Le rane (che resta uno dei pezzi migliori), così come altri brani come La bambolina, cantata da Rachele in gran forma. Tra l’altro mi sono reso conto che alcune canzoni dei Baustelle rendono molto più dal vivo: pezzi su cui solitamente non mi soffermo più di tanto, ieri sera mi hanno fatto un’ottima impressione.
Finita la prima metà del concerto, sono arrivati tutti i pezzi più famosi degli album precedenti, con un paio di brani ripescati anche da Sussidiario illustrato della giovinezza. All’appello è mancata solo Colombo, una canzone che avrei ascoltato volentieri.
Ce ne fossero più spesso di concerti così: è stato davvero un bello spettacolo. Non mi aspettavo uno show così coinvolgente e mi ha fatto piacere essere smentito. Il momento più rappresentativo della serata? Il Corvo Joe, con tutto il pubblico che accompagnava la voce di Francesco Bianconi, ed il lungo applauso alla fine del concerto che faceva intendere la voglia di restare ancora lì, ad ascoltarli suonare i pezzi mancanti.